L’importanza delle storie sociali con immagini: apprendimento visivo

L’importanza delle storie sociali con immagini: Un approccio visivo per facilitare l’apprendimento di bambini e ragazzi

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Le storie sociali sono uno strumento educativo ampiamente utilizzato per aiutare i bambini/e e i ragazzi/e, in particolare quelli con disturbi del neurosviluppo, a comprendere meglio situazioni sociali, routine e comportamenti accettabili. Introdotte per la prima volta da Carol Gray negli anni ‘90, queste storie sono state create, infatti, con l’obiettivo di migliorare la comprensione e l’interpretazione delle situazioni quotidiane per i bambini con difficoltà sociali e cognitive.

Un aspetto fondamentale di molte storie sociali è l’integrazione delle immagini, che aggiungono una dimensione visiva essenziale per facilitare la comprensione e rendere l’apprendimento più accessibile e coinvolgente. Questo articolo esplora il ruolo cruciale delle immagini nelle storie sociali e presenta le ricerche e gli studi che ne dimostrano l’efficacia.

Perché le immagini sono così importanti nelle storie sociali?

Le immagini hanno il potere di semplificare concetti complessi e di rendere immediatamente chiari i significati sottesi alle parole. Secondo lo psicologo statunitense Albert Mehrabian, circa il 93% della comunicazione umana avviene attraverso elementi non verbali, tra cui il linguaggio del corpo e le espressioni visive. Di conseguenza, l’integrazione di immagini nelle storie sociali permette ai bambini di associare visivamente il comportamento corretto alle parole, rendendo più semplice l’apprendimento e la memorizzazione di azioni specifiche.

1. Facilitare la comprensione attraverso il canale visivo
Molti bambini con disturbi dello spettro autistico o difficoltà di apprendimento rispondono meglio alle informazioni presentate in modo visivo piuttosto che verbale. Uno studio condotto da Quill (1997) ha dimostrato che i bambini autistici tendono a preferire stimoli visivi, e che le informazioni visive vengono elaborate e ricordate più facilmente rispetto a quelle esclusivamente uditive.

Le immagini nelle storie sociali aiutano i bambini a visualizzare una situazione specifica e a comprendere le sequenze di azioni. Per esempio, una storia che spiega come lavarsi i denti può utilizzare immagini per mostrare chiaramente ogni fase del processo, dal prendere lo spazzolino all’applicazione del dentifricio, facilitando l’apprendimento.

2. Favorire l’autonomia e la fiducia
Le storie sociali accompagnate da immagini non solo aiutano a capire meglio le situazioni sociali, ma incoraggiano anche i bambini a sentirsi più sicuri nel gestire situazioni quotidiane. Uno studio condotto da Bernard-Opitz, Sriram e Nakhoda-Sapuan (2001) ha scoperto che l’uso di immagini può ridurre l’ansia nei bambini autistici, poiché vedono rappresentate visivamente situazioni che altrimenti potrebbero apparire loro caotiche o difficili da gestire.

3. Rafforzare la memorizzazione e l’applicazione pratica
Le immagini aiutano anche a rafforzare la memorizzazione. Studi cognitivi, come quelli di Paivio (1986), hanno dimostrato che le informazioni visive sono ricordate meglio di quelle solo verbali, grazie al processo noto come "doppio codice", che utilizza sia il canale verbale che quello visivo per elaborare e memorizzare le informazioni. Quando i bambini vedono un’immagine che accompagna una descrizione verbale, la probabilità che memorizzino e ripetano il comportamento corretto aumenta.

L’impatto delle immagini nell’apprendimento dei bambini con autismo

Per i bambini con disturbi dello spettro autistico, le immagini nelle storie sociali non solo offrono chiarezza, ma riducono anche l’incertezza e l’ambiguità che spesso incontrano nelle interazioni sociali. Secondo Carol Gray, le storie sociali aiutano a "inserire una cornice di prevedibilità" in situazioni che per i bambini autistici possono sembrare imprevedibili o disorientanti.

Uno studio condotto da Kalyva e Avramidis (2005) ha esaminato l'efficacia delle storie sociali, con e senza immagini, in bambini autistici. I risultati hanno indicato che l’uso delle immagini ha migliorato significativamente la capacità dei bambini di comprendere e applicare i concetti delle storie sociali nella vita reale. Le immagini rendono più semplice la comprensione di concetti astratti, come l’amicizia o il rispetto delle regole, traducendoli in elementi visivi concreti e immediati.

Le storie sociali di EduStories: un approccio visivo personalizzabile

EduStories ha fatto delle immagini un pilastro centrale delle sue storie sociali. Comprendiamo che ogni bambino ha bisogni diversi e che la possibilità di vedere rappresentate situazioni reali attraverso illustrazioni visive può fare la differenza nell’apprendimento. Le nostre storie non solo sono arricchite da immagini, ma sono anche completamente personalizzabili grazie alla piattaforma Canva, permettendo a genitori, educatori e insegnanti di creare storie che rispondono ai bisogni specifici di ogni bambino/a, ragazzo/a.

Grazie a questa flessibilità, puoi inserire personaggi che assomigliano al bambino, aggiungere immagini di ambienti familiari e adattare la narrazione per riflettere le esigenze uniche di ogni studente. Inoltre, l’approccio visivo rende queste storie accessibili e immediate, facilitando l’apprendimento in modo divertente e interattivo.

Le immagini nelle storie sociali rappresentano uno strumento potente per migliorare l’apprendimento e la comprensione, in particolare per i bambini con bisogni educativi speciali. La ricerca dimostra che l’uso di rappresentazioni visive aiuta a rafforzare la memorizzazione, riduce l’ansia e favorisce una maggiore comprensione delle situazioni sociali e delle routine quotidiane.

Con EduStories, hai l’opportunità di utilizzare storie personalizzabili con immagini per sostenere lo sviluppo sociale ed emotivo del tuo bambino. Che si tratti di imparare a rispettare le regole di gioco o di affrontare situazioni come il ritorno a scuola, le storie sociali con immagini forniscono un prezioso supporto visivo per un apprendimento più efficace e coinvolgente.